STELLA PITAGORICA
Uno dei simboli esoterici della scuola pitagorica era il pentagono
stellato, chiamato
anche pentagramma.
Si disegna tracciando tutte le
diagonali possibili di un pentagono regolare fino ad ottenere una stella a 5
punte. Questa figura, come vedremo, possiede numerose proprietà,
la più interessante delle quali è costituita dal fatto che la figura che
si ottiene all'interno della stella è un secondo pentagono che a sua volta
può contenere un'altra stella e così via, tracciando stelle e pentagoni
sempre più piccoli.
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Misurando i segmenti che si ottengono dall'intersezione reciproca delle
diagonali, si determina che l'intera diagonale sta alla parte maggiore come
la stessa parte maggiore sta alla parte minore. La parte maggiore è quindi la
"sezione aurea" del segmento che costituisce la diagonale intera,
in un rapporto che è f= 1,618.. (numero d'oro)
Nel Timeo, Platone sostiene che la stella rappresenta i 5
elementi, cioè ogni elemento corrisponde a una delle 5 punte.
I 5 solidi Platonici
Platone è stato un
filosofo greco, nato ad Atene nel 428 a.C e morto nel 348 a.C.
Nell’opera, Platone racconta l’origine del
mondo che avviene per opera del Demiurgo, il divino artefice, che plasma la
materia partendo da una situazione di caos, in cui la materia è informe, sul
modello della perfezione del mondo iperuranico (in particolare delle idee matematiche). Il primo livello d’ordine
della materia viene quindi effettuato attraverso i 4 elementi naturali
fondamentali, che Platone associa a 4 dei poliedri regolari. Si servì di queste figure dello spazio ideale
della geometria per rappresentare l’essenza degli elementi fondamentali (o
almeno allora ritenuti tali) dello spazio fisico: il fuoco, l’acqua, la terra,
l’aria. Egli intravide nel tetraedro la forma e il germe generatore delle
particelle del fuoco, nell’ottaedro l’essenza delle particelle dell’aria,
nell’icosaedro quello delle particelle dell’acqua, mentre identificò
nell’esaedro la forma e il germe dei costituenti ultimi della terra. Restava un
quinto poliedro regolare, il dodecaedro e, dice Platone, “Dio se ne giovò per
decorare l’universo”.
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